venerdì 17 ottobre 2008

Data di uscita del trailer italiano, foto e intervista a Melissa Rosenberg

Finalmente ho una data per il trailer di Twilight doppiato in italiano! Il trailer uscirà in esclusiva tra una settimana, giovedì 23 ottobre, su Yahoo Cinema Italia.

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Nel frattempo, la Summit Entertainment ha pubblicato il terzo trailer sul suo canale YouTube: una buona occasione per rivedercelo un’ennesima volta (o due, o tre…)

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Per chi ieri non fosse riuscito a vedere tutte le immagini spoiler del Companion Book (a un certo punto era crollato il sito che le ospitava, evidentemente siamo in troppi!!), Just-Cullen.com le ripropone tutte in una gallery dedicata. Ce ne sono alcune nuove, tra cui la prima immagine del cameo di Stephenie nel film! Ripeto: ci sono molti spoiler sul film, quindi guardatele a vostro rischio e pericolo e solo se siete sicuri, QUI.
Non so ancora se il Companion Book uscirà in Italia, ma pare sia già possibile acquistare l’edizione inglese su Amazon.

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Oggi dovremmo conoscere i nomi dei vincitori del concorso Fazi/Carige, che metteva in palio 15 biglietti, ciascuno valido per due persone, per l’anteprima di Twilight al Festival di Roma. Tenete d’occhio questa pagina per vedere quando pubblicheranno i nomi dei 15 fortunati.

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Poi ho una nuova immagine di Angela (Christian Serratos):



In fine, oggi vi presento una lunga e interessante intervista a Melissa Rosenberg, la sceneggiatrice di Twilight. Ex ballerina, Melissa è anche co-produttore esecutivo di Dexter, una famosa serie tv.
Come sei entrata a far parte del progetto Twilight?
Avevo già collaborato con la Summit Entertainment in Step Up, ed era stata una bella esperienza, molto collaborativa. Poi mi hanno chiesto di fare Step Up 2, ma non ero disponibile, quindi ho pensato: “Fantastico, ho appena distrutto i miei rapporti con un’importante casa di produzione!”. Ma poi, qualche mese dopo, Eric Feig della Summit mi ha richiamata e mi ha chiesto: “Che ne pensi di adolescenti e vampiri?” E io: “Oh mio dio, adoro adolescenti e vampiri!”. Si dà il caso che io sia una grandissima fan di Buffy l’Ammazzavampiri, anzi direi che è una delle serie tv più belle di sempre. E poi, credo di aver visto tutti i film di vampiri mai usciti. Quindi ero emozionatissima dopo quella telefonata. Però devo ammettere che non avevo mai sentito nominare Stephenie Meyer prima che la Summit mi contattasse. Anzi, quando ho ricevuto la telefonata, ero a casa di un amico. Quando gli ho chiesto se aveva mai sentito parlare di un libro intitolato Twilight, il mio amico è saltato su e ha preso il libro dallo scaffale. Comodo! Quindi ho iniziato a leggerlo subito. E ne sono rimasta affascinata. Stephenie è riuscita a prendere un genere ormai vecchio e abusato e reinventarlo completamente creando una nuova, bellissima mitologia. Quanto sono fortunata a poter giocare nel suo mondo?

Quindi hai letto tutti i libri prima di incontrare i dirigenti della Summit?
Non ho letto i libri dopo il primo, perché l’adattamento doveva riguardare solo il primo. Anzi, non ho letto gli altri finché non ho finito di scrivere la sceneggiatura, perché volevo affrontare la storia di Twilight come qualsiasi lettore o spettatore. Volevo mantenermi fedele al primo libro, e non rivelare cosa accade dopo. Per esempio, Jacob nel primo libro è molto diverso dal Jacob di New Moon e dei libri successivi, quindi volevo che la versione cinematografica di Twilight fosse una storia compiuta in se stessa. Ma ero nervosa a quella prima riunione, perché ci sarebbe stata anche Catherine Hardwicke, di cui sono una grande fan. Però ero fiduciosa perché la mia idea era di mantenerci fedeli al libro come a una bibbia. E credo che anche loro sperassero in questo, perché avevano già rifiutato una precedente versione della sceneggiatura alla Paramount. Ricordo che Stephenie l’aveva definita un’ottima sceneggiatura, che però non aveva niente a che fare con il libro. E con un progetto come questo, non ci si può allontanare troppo dal libro. Quindi il mio compito era quello di tenermi fedele al libro ma dargli la forma di un film.
Come hai fatto a dargli la forma di un film?
Be’, nel libro ci sono molti dialoghi interiori, che in realtà si svolgono nella testa di Bella. E’ difficile riprodurre questo effetto in un film. E volevo che il film mantenesse il punto di vista di Bella, ma all’inizio non capivo come entrare nella sua testa senza usare una voce fuori campo. Quindi dovevo inventare conversazioni con altri personaggi in cui quei dialoghi interiori potessero venir fuori. Si trattava soprattutto di capire come Bella scopre che Edward è un vampiro. Con chi poteva mai avere una conversazione del genere? Credo di aver risolto questo problema in maniera brillante.

Quando è entrata in gioco la voce fuori campo?
Sai, è stata Catherine a suggerire di usare la voce fuori campo. Per gli sceneggiatori è una specie di tabù, si dice sempre che è meglio non usarla… d’altronde in Dexter la usiamo spesso. In ogni caso, la voce fuori campo è sempre difficile da scrivere. Ma è stata Catherine a dire: “Credo che dovresti usarla.” Allora abbiamo iniziato a usarla con molta cautela, perché nel film c’è davvero bisogno di sapere cosa passa per la testa di Bella, perché il pubblico possa immedesimarsi con lei.
Inoltre, in una sceneggiatura c’è bisogno di un ritmo veloce, di avere conflitto in ogni scena, quindi è stato necessario condensare molte parti del romanzo. Inoltre, nel libro i vampiri nomadi non compaiono fin quasi alla fine, cosa che in un film non può funzionare. C’è bisogno di quella tensione minacciosa fin dall’inizio. Dovevamo vedere i vampiri, il pericolo che rappresentano, fin da subito. Quindi ho dovuto creare una storia per ciascuno di loro, cosa facevano prima, “riempirli” un po’ come personaggi.

Quanto hai collaborato con Stephenie durante la stesura dello script?
Per nulla, in realtà, e in un certo senso, ogni singola parola! Ho avuto pochissimi contatti con Stephenie durante il lavoro di adattamento perché dovevo basarmi sulla mia visione artistica, per vederlo come un film che esistesse separatamente dal libro. Ma ovviamente, ogni parola che scrivevo proveniva direttamente dalla sua immaginazione. Quindi, pur avendo avuto pochissimi contatti, abbiamo danzato insieme sulla pagina. L’unica cosa di cui abbiamo discusso davvero durante il mio lavoro è stata l’ambientazione.
Il libro inizia con Bella a Scottsdale, poi si sposta nel Pacifico nordoccidentale, che ha panorami bellissimi. Quindi io volevo far iniziare il film a Forks. Ma con Catherine e Stephenie abbiamo parlato del perché Stephenie volesse fa iniziare il film a Scottsdale. Si trattava anche di presentare il personaggio di Bella: il modo in cui si percepisce come una ragazza normale, in confronto a tutti gli altri: cioè l’esatto opposto di come la vede Edward. Quindi abbiamo deciso di iniziare così il film: con un contrasto netto tra dove è diretta Bella e il luogo da cui proviene. Così diventa chiara anche la relazione con sua madre, Renee, che poi si rivela importante alla fine. Stephenie mi ha fatto leggere alcune pagine che mi hanno permesso di approfondire la storia e la psicologia dei personaggi: sono state preziosissime. Da allora abbiamo collaborato molto, e continueremo a collaborare, mi auguro.
Come hai affrontato il processo di scrittura?
Ho iniziato a lavorare ad agosto del 2007. Sono abituata a fare schemi preliminari molto, molto dettagliati, per un lungometraggio circa venticinque pagine fitte. Credo che gran parte del lavoro si svolga in questa fase, immagino che provenga dal mio lavoro per la tv. In tv ci sono tantissime persone coinvolte, e i progetti passano per tantissime mani diverse; lo stesso accade per i film, ci sono gli studios, c’è il regista… Volevo che capissero bene cosa intendevo fare prima che iniziassi a scrivere la sceneggiatura vera e propria. In quel periodo lavoravo anche a Dexter, quindi in pratica lavoravo 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Per fortuna c’era Catherine Hardwicke con cui potevo scambiarmi idee. Poi, alla fine di agosto, ho consegnato una bozza pensando: “Bene, ora avrò altri due mesi per scrivere la sceneggiatura vera e propria”. Invece mi telefonano e mi dicono: “Ci serve la sceneggiatura tra cinque settimane”. E io: “Ma non si può fare in cinque settimane.” E loro: “Vuoi fare questo film?” Certo che sì. Quindi ho scoperto che si può scrivere una sceneggiatura in cinque settimane: a patto di non fare NIENT’ALTRO. Se non fai la doccia, non mangi, non saluti tuo marito, non accarezzi il cane, e in pratica vivi solo per la sceneggiatura.
Come hanno reagito i tuoi colleghi di Dexter?
E’ stato divertente perché stavamo appunto preparando la sceneggiatura dell’ultimo episodio della stagione. E’ stato allora che ho ricevuto la telefonata. Sono andata nel panico. Sono corsa nell’ufficio del mio collega Daniel Cerone e gli ho detto: “Daniel, per favore per favore per favore, potresti scrivere quest’ultimo episodio da solo?” E lui è stato incredibilmente comprensivo. Sono davvero fortunata a lavorare con un team di gente così brava a Dexter, perché ora sta accadendo la stessa cosa: sto lavorando a un altro progetto in parallelo con la serie tv. E ora sono co-produttrice esecutiva, quindi sto crescendo insieme allo show. Ma siamo tutti sceneggiatori: capiamo che quando arriva una bella opportunità non si può dire di no.
Quindi ti sei gettata a capofitto nella sceneggiatura?
Sì, è stata una cosa velocissima. Per fortuna c’era Catherine accanto a me, a darmi feedback immediato. Finivo di scrivere una scena, gliela spedivo, e lei mi rispondeva con le sue osservazioni. Un procedimento molto ordinato e organizzato. C’erano scadenze intermedie per le varie stesure, perché tra l’altro c’era di mezzo lo sciopero degli sceneggiatori. Era una questione di “ora o mai più”. Quell’ultimo giorno prima della scadenza del 31 ottobre ho lavorato fin quasi a mezzanotte.
Si parla già di pre-produzione per New Moon. Se lo faranno, sarai coinvolta?
Lo sarei, sì. Ma dovete capire che non c’è ancora niente di ufficiale. Non lo stiamo annunciando, e non è ancora stata presa una decisione. Ma se e quando dovesse accadere, io sarò coinvolta, sì. E sono molto emozionata. Sono una grande fan di Stephenie e del mondo che ha creato. E’ così completo, ricco, emotivamente complesso. E’ un mondo delizioso in cui giocare. Come lettrice sono una grandissima fan, ma come adattatrice non potrei chiedere un mondo migliore con cui lavorare.
Preferisci gli adattamenti o le sceneggiature originali?
E’ strano, si sente sempre dire che adattare un testo è più difficile che scriverne uno originale. E io penso sempre: come può essere vero? Non c’è niente di più difficile di una pagina bianca. Anche se in un adattamento riesci a salvare solo il titolo, hai comunque qualcosa da cui partire. Ma io lo dico perché ho appena adattato un romanzo molto bello. Sono certa che altri sceneggiatori hanno avuto più difficoltà, perché il materiale di partenza non era altrettanto buono. L’opera di Stephenie è così completa e ricca, è un banchetto, un enorme buffet di opportunità. Ogni volta che mi bloccavo, mi bastava tornare al libro e dire: “Oh, ecco cosa posso fare!”. Quindi, in base a questa esperienza, mi piacerebbe adattare sempre libri. Ma prima o poi potrei rimangiarmi queste parole.
Con un franchise di successo come la saga di Twilight, però, non c’è molta più pressione per renderlo perfetto, per rispondere alle aspettative dei fan?
Oh sì, c’è sicuramente moltissima pressione. I fan di Twilight, come sapete, si sono concentrati su ogni dettaglio della produzione di questo film. All’inizio del lavoro non ero consapevole di quanti fan avesse questo libro, e ho scelto volontariamente di non scoprirlo, di tapparmi le orecchie. Altrimenti sarei impazzita. Ma ora lo so fin troppo bene, e fa paura sapere che è necessario affrontare questo libro con passione, mantenersi fedeli al libro. Ho dovuto smettere di frequentare i siti web perché tutti riportavano la mia biografia e dicevano: “Oh benissimo, ha fatto Dexter e Step Up“, ma poi saltava fuori qualcuno a dire “Step Up mi ha fatto schifo!” E ovviamente, alla fine ti restano in mente solo le critiche. E poi hanno scovato una versione precedente della sceneggiatura. E si sono messi ad analizzare ogni battuta: “Ehi, questa non c’è nel libro!”. Mi piace l’entusiasmo, ma devo starne fuori, mi uccide. Non riesco a leggere i commenti. Ma penso che faremo un buon lavoro, perché Catherine è un’ottima regista, e il cast è perfetto. Dipende tutto da loro, in realtà. I protagonisti devono essere come la gente se li è immaginati leggendo, e credo che i fan abbiano accolto molto bene Rob e Kristen.
Quindi, naturalmente, devo chiederti: Team Edward o Team Jacob?
Dipende da quale libro sto leggendo. In Twilight è facile innamorarsi di Edward, mentre Jacob è meno presente. Ma in New Moon ho adorato Jacob. E’ così dinamico. A me piacciono sempre i ragazzi cattivi. Ma mi piace anche Edward, così intelligente, raffinato e misterioso. Ed è anche un musicista! Per Bella probabilmente sceglierei Edward… o forse Jacob. Oh, non lo so, è così difficile!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro coordinatore , siamo dell'ufficio stampa di Twilight e controlliamo tutto ciò che i nostri utenti sul sito della Gazzetta Di Forks scrivono e ci siamo accorti che lei ha copiato delle nostre informazioni.
Le impediamo di copiare le nostre informazioni , altrimenti saremo costretti a chiederle la password per entrare nel suo blog e cancellare tutte le informazioni copiate dal nostro sito. Questioni di copyright. Cordiali Saluti.